Description
Nell’attesa insinuata di credenze, Patrizia Pacchieri non si attarda, con incedere sicuro parte per i lidi lontani della memoria: addio alla perdita.
Nella bella smemoratezza cerca mondi nuovi e disuguali che raboccano di intensa lucidità e dicono di pienezza esistenziale; incanta e disincanta, si tramuta in sirena e allude all’amore.
Facile carpire i frutti di un immaginario solenne, che rifiuta obbedienza ai limiti. Ritroviamo il gesto nascosto nell’angolo, l’urlo e il buio, la luce e la bontà della vita.
Ogni segno e parola sgorgano da una ena-sorgente, il pensiero. Un canto assolutorio sulle bassezze della terra; ma il canto poetico di Patrizia Pacchieri sale alto come alleggerimento dell’animo.
Nel teatro dei sentimenti Patrizia spia se medesima, e nella hiusa delle singole liriche si manifesta con estrema brevità, lapidaria, concisa, lanciando un messaggio che è brivido pungente.
Ecco, dunque, l’intelligenza: far confluire idee torrentizie con immagini, quando vivide, quando labili; la conflittualità dell’io viene cancellata da soli in fase di tramonto o da soli in attesa di nascere.
Nascere, e poi rinascere, e farsi bere in ogni quotidiano.
È il messaggio che ci perviene da questa lettura: amare la vita in tutte le mancanze, le occasioni al centro di ogni cosa, non per protagonismo ma per intensa avventura.
Elegante la scelta del lessico, significante l’efficacia del linguaggio, bella e accattivante la qualità dell’intera raccolta.
A In stallo tra testa e cuore auguro buon viaggio.
Annarosa Del Corona
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